Per le sue grandi dimensioni e per le difficili condizioni di vita dei suoi abitanti, è diventato nell’immaginario collettivo il quartiere-simbolo del degrado delle periferie della capitale. Nel 1972, il disegno viene affidato dall’Istituto autonomo case popolari, proprietario dell’immobile, ad una equipe di 23 progettisti diretta dall’architetto Mario Fiorentino; è nel 1975, però, che ha effettivamente inizio la costruzione dell’immobile, i cui primi appartamenti vengono consegnati con sensibile ritardo, solo nell’ottobre 1982. Il comprensorio, costruito in acciaio, pannelli di cemento armato e pareti vetrate, è composto da sei lotti abitati complessivamente da circa 6000 persone: un alveare umano formato da 120 nuclei familiari.
19 Aprile 2020